Il consumatore deve essere risarcito per le operazioni di investimento andate male ed eseguite dalla banca sui suoi risparmi senza un ordine certo. Non è necessario che dimostri il nesso causale fra il danno subito e l’attività sbagliata dell’istituto di credito.
E’ quanto deciso dalla Suprema corte di cassazione che, con la sentenza n. 17795 del 7 agosto 2014, ha respinto il ricorso di una banca che aveva perso del denaro sui conti di un consumatore per investimenti sbagliati. In particolare gli ordini erano risultati con firma apocrifa o in bianco Sono illecite, quindi, tutte le operazioni d’investimento eseguite sulla base di ordini non conferiti e/o non conosciuti dalla cliente ed ha, conseguentemente desunto, che le perdite patrimoniali prodotte da tali operazioni fossero causalmente imputabili a chi le avesse unilateralmente poste in essere.
La sentenza chiarisce, inoltre, che non è necessario che il risparmiatore contesti tempestivamente il danno subito, in quanto è assorbente ed esclusiva la mancata informazione preventiva e conoscenza delle operazioni della banca da parte del risparmiatore.